22/07/16

La bambina vestita di rosso

Con Paola Rocco, tempo fa, ci siamo confrontati con l'idea di far partire una rubrica settimanale. L'avrebbe curata lei. Una bellissima idea che però, in quanto curatore del blog, non sono riuscito ancora a far partire per una serie di motivi sia logistici sia prettamente editoriali. Paola, intanto, mi aveva già scritto un primo contributo. Un contributo che rendeva omaggio al grande Bud Spencer, ma lo faceva partendo partendo da lontano: da una bambina vestita di rosso. 
Non potevo non proporvelo.
i.b.
Ciao Bud


Per una serie di motivi ho pensato di scrivere questo breve articolo pensando alla bambina vestita di rosso: sta su un muro di pietra vecchia dalle parti di piazza Castello, a Padova. Le volano intorno colombe, o forse gabbiani, bianchi. Il nerofumo e le scritte non riescono ad attenuare l'espressione del viso, gli occhi intenti, il colore squillante del vestito, il lampo candido delle ali degli angeli in forma di pennuti grassocci che le si affollano intorno. Se ne sta lì ogni giorno, angelo fuligginoso anche lei, a salutare in punta di piedi qualcuno o qualcosa. A me è tornata in mente quand'è morto Carlo Pedersoli, il Bud Spencer dei film di quand'ero piccola, quelli con gli schiaffoni inverosimili, i capitomboli, le tavole spezzate sulla schiena dei cattivi come biscotti, i piattoni di pasta e fagioli, la smilza figuretta di Terence Hill, ancora lontano dall'abito talare e stretto nella maglietta sdrucita, nei jeans impolverati, accanto al compagno fuori misura dal vocione fondo. Che coppia erano: uno sottile, insistente, malizioso, in fondo un po' molesto, una specie di zanzara sexy con gli occhi azzurri; l'altro barbuto, ponderoso, ingombrante ma fulmineo, gigantesco ma capace d'insospettabili delicatezze. Con Pedersoli, ha scritto Saviano, se ne va un pezzo dell'infanzia di chi è stato bambino in quegli anni un po' strani, dopo il boom e prima dell'austerity, gli anni dei cinema di quartiere e delle raccolte di figurine. Si è “spento serenamente”, come si dice, e il figlio ha raccontato che prima di morire ha detto grazie. Forse non c'entra molto, ma mi faceva piacere salutarlo con questa figuretta smagliante e assorta dello stupore assorto dell'infanzia, circondata da ali piumose. Le ali degli angeli.

Paola Rocco


2 commenti:


  1. Complimenti per l'articolo. Purtroppo, un po' alla volta, andranno via tutti questi "signori di altri tempi" che facevano TV o cinema in un modo che per lo più è scomparso. Man mano che questo avverrà ci sentiremo un po' più vecchi e soli, ma per fortuna potremo consolarci con le loro opere che ancor oggi inchiodano i bambini moderni davanti allo schermo.

    Ciao Bud e grazie a te!

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  2. Grazie per i complimenti, mi faceva piacere ricordare un attore che ha accompagnato la mia infanzia e che ogni tanto oggi guarda pure mia figlia!
    Paola

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