13/07/16

Recensione del romanzo “Neve e piume” a cura di Livia De Pietro

Il libro Neve e piume si presenta con un linguaggio semplice, fresco, e accessibile a tutti, adulti e ragazzi. La vicenda narrata è di stampo pedagogico perché offre spunti eccellenti per veicolare messaggi indubbiamente elevati sia dal punto di vista estetico che didattico. Sintomatica è la frase: “Si ha paura di entrare in contatto col dolore perciò lo si evita, ma ci si adopera perché altri se ne facciano carico” la quale caratterizza tutto l’impianto del libro. La vita di Ofelia, infatti, ruota intorno alla paura, inseparabile compagna del dolore poiché l’evento doloroso obbliga sempre ad affrontare forzatamente l’ignoto di una nuova condizione esistenziale che si pone di fronte. La perdita, in genere, già di per sé dolorosa, obbliga ad affrontare il nuovo e quindi il trovarsi faccia a faccia con la paura del cambiamento esistenziale che si deve affrontare. Il dolore è indissolubilmente legato al sentimento della “perdita” di una persona cara fatta anche di riferimenti, punti fermi e ricorrenti nelle nostre vite. In qualunque sfera (sociale, professionale, affettiva) la perdita di questi riferimenti sicuri destabilizza e provoca la sensazione di perdere, insieme a ciò che non è più, anche se stessi. Il binomio paura-dolore dà senso alla vita ed è per questo che quando Ofelia si ritrova spaesata a dover ricostruire, neanche sa bene come, in ogni caso, la sua vita, fluisce nella penna dell’autrice una dedizione perseverante a queste due dimensioni che generano nel lettore un potenziale emotivo esteriorizzato come energia costruttiva ed esplorativa.
Franca Monticello, autrice di altri libri di racconti e fiabe, ha conseguito autorevoli riconoscimenti, ma questo segna il salto di qualità in quanto è il suo primo romanzo. La narrazione, dal linguaggio apparentemente semplice, è invece molto elaborata perché trattasi di un messaggio fresco e genuino cui corrisponde una sapiente struttura lessicale. È insomma vera e propria conoscenza dell’importanza dello strumento libro per comunicare emozioni e sensazioni il che presuppone una certa competenza e chiara consapevolezza di una precisa strategia da applicare. Tale strategia è soprattutto ravvisabile nella trama della vicenda che coinvolge emotivamente pagina per pagina. Questa, potrebbe essere una vera e propria unità didattica che in forma creativa induce alla transcodifica del testo in altro codice, come per esempio la drammatizzazione, la personificazione dei personaggi oppure il laboratorio espressivo teatrale con linguaggio in forma diretta dei personaggi nonché la raffigurazione degli ambienti.
La protagonista parallela di questo componimento letterario è tuttavia la speranza che ruota intorno a un modello di purezza valorizzato dalla sottile vena di mistero che riesce a conferire alla pagina il respiro e la leggerezza di chi assapora la gioia di un’eventuale scoperta mettendo in moto la fantasia. I personaggi sono frammenti di luce che affondano le radici in un equilibrio etico e professionale, caratteristica di chi ha una predisposizione alla didattica. Insomma il libro costituisce un limpido spaccato dell’interiorità di Franca Monticello, un biglietto da visita che a colpo d’occhio denota un’intimità profonda, direi proprio per il coinvolgimento emozionale che affascina il lettore.


Livia De Pietro
(critica letteraria)


Livia De Pietro, critica letteraria di Roma, presidente dell'associazione M.A.R.E.L
                                                                                                               
Franca Monticello vive a Montecchio Precalcino (VI). È stata insegnante ed è molto legata al mondo dell’infanzia, al quale dedica gran parte di ciò che scrive. Ha al suo attivo varie pubblicazioni. Con le Edizioni Il Ciliegio ha pubblicato: La strana malattia di Emmalia; Petrus la pietra; Le ciliegie di Babbo Natale e Le avventure di Oreste gatto peste.


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