25/11/16

Chi trova un amico è iscritto su Facebook...

di Viviana Bardella


Con l'avvento dei social network, la parola amicizia è sulla bocca o meglio, sulle tastiere di tutti. 
Chi non è iscritto a Facebook o Twitter, divenuti negli ultimi anni dei veri e propri status symbol, è praticamente fuori dal mondo.
Un eremita impossibilitato a comunicare con chi lo circonda.
Si postano stati d'animo, foto e avvenimenti, in attesa di riscuotere quanti più like possibili.
Si lasciano scie di cuoricini o emoticon sorridenti sulle bacheche di benemeriti sconosciuti, ostentati come amici ma che in realtà non riconosceremmo nemmeno, semmai capitasse d’incrociarli per strada.
Martedì libera uscita
Pur di scrivere qualcosa ci si improvvisa poeti, esperti di politica,  allenatori di calcio e, quando da scrivere resta ben poco, si caricano le foto della torta fatta in casa, avendo cura di specificare che la ricetta è la stessa usata da nonna Papera nel numero xxx di Paperino & Company.
Si ricevono e si mandano centinaia di richieste d'amicizia, perché tutto diventa più facile attraverso una tastiera. Le emozioni si celano e si può diventare chi si è sempre desiderato essere. Insomma, un mondo popolato da molti personaggi e da poche persone. Un circolo vizioso e virtuale che condiziona le nostre vite, tanto più che a un certo punto sarebbe meglio frenare la corsa e chiedersi: ma come funzionava prima?
Semplice... prima era tutto reale!
Gli amici erano coloro che si vedevano ogni giorno a scuola, che venivano a casa a fare i compiti, che si andavano a chiamare, usando il buon vecchio citofono.
Quelli con i quali si trascorreva la giornata, tra una partita di pallone e una passeggiata in bicicletta.
Gli stessi con cui si litigava per un’inezia o magari ci si confidava per conquistare il ragazzo o la ragazza che ci faceva battere il cuore.
Prima c'erano le cosiddette compagnie. Un gruppo di quindici, venti o più persone, che il sabato o la domenica pomeriggio andavano al cinema o in discoteca. Che si riunivano a casa di qualcuno (di solito stipati in una minuscola cameretta), per giocare al gioco della bottiglia.
Prima... quando il terzo millennio era ancora un futuro lontanissimo.
Quando nessuno immaginava che potesse segnare e cambiare tanto profondamente il modo di comunicare e interagire con le persone.
Prima... quando abbracciare un amico aveva ancora un senso e, in quell'abbraccio,  vi si trovava tutta la solidarietà di cui si aveva bisogno.
Quando le partite di Risiko duravano intere settimane e il tabellone, sul tavolo, diventava tutt'uno con l'arredamento.
Quando un bicchiere di vino in cartone sembrava buonissimo, solo perché lo si beveva in compagnia.
Prima... quando Gino Paoli cantava: "Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo..."

Martedì libera uscita...si salvi chi può
Secondo romanzo di Viviana Bardella
che ha per protagoniste
4 simpatiche e confusionarie amiche.
In uscita nelle librerie
in questi giorni di novembre

Viviana Bardella è nata a Milano nel 1973, città dove attualmente vive, in compagnia della sua famiglia. Da sempre appassionata di letteratura, accanita lettrice di libri di ogni genere, nel 2012 realizza il suo sogno nel cassetto e pubblica il suo primo romanzo: AAA Principe Azzurro Cercasi, seguito da Ho sposato il principe... ridatemi il rospo (2014) e Martedì liberauscita (2015) e Martedì liberauscita… si salvi chi può (2016) 

Nessun commento:

Posta un commento