28/10/17

Halloween, o la notte delle streghe

L’autrice Paola Rocco, esperta di tradizioni e folclore, spiega, in questo lungo articolo, l’origine della notte delle streghe.

Zucche di Halloween dietro una vetrina

di Paola Rocco

Dalla festa celtica in onore di Samhain alle zucche intagliate della tradizione americana: tutti i segreti della ricorrenza più paurosa dell'anno.

Zucche di cartapesta, ragnatele di zucchero filato, ragni di plastica fosforescente che brillano nel buio, streghe e vampiri in libera uscita per le strade: da qualche anno la festa di Halloween è entrata a far parte delle ricorrenze più attese dalla popolazione (non solo infantile) del nostro Paese, che approfitta della notte delle streghe per dar vita a una specie di Carnevale anticipato.
Acquisto recente nella nostra tradizione, Halloween ha in realtà origini antichissime: il 31 ottobre si celebrava infatti la festa celtica in onore di Samhain, principe dei morti e delle tenebre, quando si credeva che le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese e il mondo degli spiriti tornasse a intrecciarsi con quello dei vivi. Di qui l'usanza di spaventare i defunti con travestimenti macabri o luci accese alle finestre (il fuoco protegge dagli spiriti) o, ancora, il tentativo di sventare i loro eventuali dispetti con offerte di latte o pane, che venivano lasciate fuori dalla porta o accanto al camino. Sembra che la classica domanda Dolcetto o scherzetto? dei bambini americani ricordi appunto questa tradizione. Col passar del tempo, la festa di Samhain si è fusa con la ricorrenza cristiana di Ognissanti: Halloween, infatti, è la contrazione dell'espressione inglese All Hallow's Eve, ossia Festa di Tutti i Santi.

Gatti neri e "ratti volanti", gli animali della notte delle streghe
Pipistrelli, gatti neri, civette, gufi: sono questi gli animali che più comunemente si associano alla notte delle streghe. I primi, oltre che per il loro aspetto sinistro e la loro natura ambigua, doppia, di "ratti volanti", suscitavano l'avversione degli abitanti dei villaggi per le numerose leggende che li dipingevano come vampiri travestiti. Anche il fatto che fossero in grado di svolazzare sopra le fiamme dei falò accesi la notte del 31 (proprio per scacciare gli spiriti maligni) generava nei loro confronti non poche antipatie. I gatti, specie se neri, furono ritenuti per secoli i famigli o servitori più fedeli delle streghe o anche streghe camuffate loro stessi, mentre civette e gufi erano considerati uccelli di malaugurio, e udirne il verso un sicuro preannuncio di sventura.

Tarocchi e mele rosse per sbirciare nel futuro
Un tempo si credeva che, durante la notte di Halloween, le predizioni e i tentativi di sbirciare nel futuro avrebbero avuto più successo che in ogni altro giorno dell'anno: la si riteneva, ad esempio, una notte adatta per farsi leggere i tarocchi dalla strega buona di turno. Ma non mancavano neppure sistemi di divinazione più casalinghi, come quello a base di comunissime mele rosse: chi la vigilia di Ognissanti, spaccandone una a metà, avesse trovato nell'interno due semini, sarebbe andato all'altare entro breve. Tre semini annunciavano una prossima eredità, quattro grandi guadagni.
In Francia e in Irlanda si prepara ancora oggi il callcannon, un piatto a base di patate, cipolle soffritte e pane, che nasconde nell'impasto vari piccoli oggetti, come anelli o bamboline, ognuno con un significato. Chi ne trova uno nella sua fetta, avrà in sorte il destino corrispondente.

Il mese dei morti a Roma
A Roma il mese di novembre era per tradizione il mese dei morti, cioè quello dedicato alle celebrazioni in memoria dei defunti, che si svolgevano in tutte le chiese della capitale e nei vari camposanti cittadini (a San Giovanni in Laterano, Santa Maria in Trastevere, Santo Spirito). Una delle più solenni aveva luogo presso la chiesa di Santa Maria dell'Orazione e Morte in via Giulia, per l'occasione addobbata lugubremente con drappi neri, ceri accesi e fiori. Veniva esposto anche un catafalco fatto di teschi e ossa, mentre due scheletri, con in mano falce e clessidra, ammonivano: "Ancor noi fummo, come voi, che qui venite…". Inutile dire che la macabra cerimonia aveva un forte impatto sull'immaginazione della folla dei fedeli, che per tutto l'Ottocento conservò l'abitudine di frequentare in massa anche la cappella sotterranea della chiesa, simile al cimitero dei Cappuccini, che ancora oggi esiste, in via Veneto.
La sera del 31 ottobre era invece, per tradizione, dedicata alla lettura dei tarocchi e a pratiche magiche di vario genere, molte delle quali allo scopo di evitare che gli spiriti dei defunti vaganti nella notte tornassero a infastidire i viventi. Per cercar d'ingraziarseli, molti romani usavano lasciare sul davanzale della finestra o accanto alla porta di casa (o, ancora, presso il focolare) piccole offerte, in genere a base di latte e pane, che avrebbero assicurato alla famiglia protezione e fortuna per tutto il resto dell'anno.

La zucca di Jack O' Lantern
L'usanza di accender candele all'interno di zucche intagliate deriva dalla leggenda irlandese che ha per protagonista Jack O' Lantern, un astuto ubriacone che riuscì per ben due volte a beffare il demonio, imprigionandolo e togliendogli ogni potere. Una volta morto, Jack, scacciato dal paradiso, andò a bussare alle porte dell'inferno, ma il diavolo, memore dei tiri mancini che gli aveva giocato, non volle riceverlo, e gli tirò dietro una candela accesa perché gli facesse luce nel viaggio di ritorno. Per riparare la fiamma dal vento, Jack la mise in una rapa bucherellata, servendosene poi come di una lampada: e da allora vaga nella notte, in attesa del Giudizio.
La leggenda fu importata in America dagli emigranti irlandesi, circa un secolo fa. E' nel nuovo continente che le rape si trasformano in zucche, di maggiori dimensioni e più facili da intagliare, diventando l'elemento più caratteristico della festa di Halloween. La notte del 31, in quasi tutte le abitazioni compare, sul davanzale della finestra o i gradini dell'ingresso, la classica zucca intagliata a mo' di faccia, spesso nel modo più sinistro possibile, per dissuadere dall'avvicinarsi le anime inquiete che, come Jack, cercano la via di casa.

Linus, o dell'Halloween alternativo
Non tutti i bambini d'America aspettano con ansia Halloween per mettere la zucca alla finestra e girare per le case a chieder dolcetti, abbigliati da fate o vampiri. Uno dei piccoli americani più famosi del mondo, infatti, non crede nella notte delle streghe e si rifiuta da sempre di festeggiarla nel modo consueto. E' Linus, il membro più giovane della famiglia Van Pelt (almeno fino alla nascita del fratellino Ripresa, che, come dice il nome, è la sua replica perfetta), a non cedere all'appuntamento di fine ottobre, sottraendosi ostinatamente al rituale del dolcetto o scherzetto. Nato dalla penna di Charles Schulz insieme a tutti gli altri protagonisti delle strisce dei Peanuts, Linus è solito trascorrere la notte di Halloween in perfetta solitudine, accovacciato nell'orto dei cocomeri vicino casa, gli occhi fissi al cielo nel tentativo d'individuare Il Grande Cocomero, fantomatica divinità a metà tra un'enorme zucca e Babbo Natale (che appare, sostiene la leggenda, solo al possessore dell'orto più sincero). Inutili gli sforzi di amici e parenti per distoglierlo dalla sua ossessione. Si registrano, invece, numerosi tentativi di proselitismo da parte sua. Uno, in particolare, vede protagonista la piccola Sally, combattiva sorellina di Charlie Brown, che in uno degli episodi acconsente a trascorrere la notte nell'orto dei cocomeri, rinunciando a un ricco bottino di dolcetti. Salvo, il mattino dopo, rendersi conto che nessuna divinità si è manifestata e chiedere a gran voce d'esser risarcita.

Halloween al cinema
La notte delle streghe ha spesso suscitato l'interesse di soggettisti e registi, in molti casi d'oltre oceano, che su questa particolare ricorrenza hanno imbastito a volte vere saghe dell'orrore. Una delle più celebri è quella avviata da John Carpenter con il fortunatissimo Halloween, la notte delle streghe, del 1978, in cui un maniaco omicida fugge dal manicomio (dov'è stato internato quindici anni prima per aver ucciso la sorella) e fa un massacro. Il tutto, naturalmente, la sera del 31 ottobre. Seguono Halloween 2, il signore della morte di Rick Rosenthal, Halloween 3, il signore della notte di Tommy Wallace e poi ancora Halloween 4, Halloween 5 e Halloween 6 - La maledizione di Michael Myers. Senza dimenticare l'ormai mitico Scream di Wes Craven, in cui un assassino che indossa una maschera della Morte modellata sull'Urlo di Munch fa scempio di adolescenti dopo averli interrogati sui classici dell'orrore. Per cercare di prevederne le mosse, i superstiti si riuniscono davanti a una videocassetta che sperano possa dar loro qualche suggerimento: si tratta, non a caso, dell'Halloween di Carpenter.
Insomma, se avete voglia di festeggiare in casa la sera del 31, magari con qualche amico e una fetta di torta al cioccolato decorata con pipistrelli e mostri di zucchero (compaiono ogni anno in tutte le pasticcerie, insieme a molte altre leccornie rigorosamente a tema) non c'è che l'imbarazzo della scelta. Buona visione e, a proposito… dolcetto o scherzetto?


Paola Rocco è nata a Roma nel 1969. Dopo la Laurea in Lettere conseguita all’Università La Sapienza ha collaborato con diverse testate giornalistiche e agenzie di stampa. Al suo attivo anche esperienze di insegnante di letteratura italiana, lingua e letteratura latina e storia medioevale, moderna e contemporanea. Nel 2013 il suo racconto Isola è stato pubblicato su NuoveStorie.it, il sito de “la Repubblica” dedicato ai nuovi autori. La carezza del ragno, pubblicato da Edizioni Il Ciliegio è il suo primo romanzo







Nessun commento:

Posta un commento